lunedì 29 aprile 2013

Basta sparare (cazzate)


Giustificare lo sparatore di Roma con il sempreverde "disagio sociale" è un po' come sostenere che le ragazze che scelgono di far carriera nel mondo del porno siano principalmente motivate da un rapporto conflittuale con la figura paterna. Per farla breve: non ci prova più nemmeno Paolo Crepet. Nel gesto del "folle" (figurarsi cosa avrebbe potuto combinare con la marcia inserita) c'è tanto "disagio sociale" quanto poteva essercene nello sciopero dei calciatori che fece slittare la prima giornata del campionato 2011/12.

Chi ha fatto fuoco davanti a Palazzo Chigi non era un povero padre di famiglia strozzato dal carovita che non sapeva più come sfamare i figli, o un povero imprenditore strozzato dalle tasse che non sapeva più come pagare gli stipendi ai propri operai, o un povero disoccupato strozzato dalla crisi che non sapeva più dare un senso ad un'esistenza passata sgobbando come un mulo senza uno straccio di prospettiva. Chi ha fatto fuoco era un criminale. Un poco di buono che ha sempre scelto la via più facile. Anche se sin da quando siamo bambini ci insegnano che la via più facile non è mai quella giusta.

Ha scelto la via più facile fin da quando anziché rimboccarsi le maniche come fanno i disperati (quelli veri) ha pensato di risolvere tutti quanti i suoi problemi pigiando a casaccio i bottoni luminosi di un videopoker. E ha scelto la via più facile quando anziché assumersi le responsabilità di un fallimento personale che si era costruito egli stesso, mattone su mattone, un gettone dopo l'altro, ha scaricato tutta la gerla di responsabilità contro "la KASTaHaAaAa!!!!111!", il non meglio definito responsabile di tutti i mali del nostro povero mondo, l'asso pigliatutto delle magagne, il maggiordomo del giallo globale, il "cattivo" per eccellenza che tutto condiziona, dalla crisi economica ai peli superflui, passando per l'inspiegabile stagione negativa dell'Inter.

Se c'è qualcosa su cui oggi ci si deve interrogare, non è sulla distanza abissale tra governanti e governati, tra politici e gente comune, tra ricchi e poveri (e magari pure i Pooh). Se c'è qualcosa su cui oggi ci si deve interrogare, e sulla pericolosissima china che si sceglie di imboccare continuando a far passare l'idea che simili atti siano la conseguenza naturale, e per tanto accettabile e giustificabile, del "disagio sociale". Anche quando del "disagio sociale" non c'è nemmeno l'ombra. Perché è questo ad armare le mani più di qualsiasi stato di crisi. Ammesso e non concesso che siano tanti i disperati in grado di rimediare al mercato nero una pistola con matricola abrasa con la stessa facilità con cui a Napoli sotto Natale si rimediano le statuette del presepe di Maradona, e tenerla nascosta sotto il cuscino per quattro anni con la stessa facilità con cui si nascondono le statuette del presepe di Berlusconi.