venerdì 29 gennaio 2010

BiNbimiNkia, I love you




Gente, abbiamo un problema. Si chiama nuova generazione. E per nuova generazione intendo tutto quello che ha avuto la deprecabilissima idea di venire al mondo dopo il sottoscritto.

Tralasciamo l'assoluta inopportunità di un gesto simile, pari forse solo a quella di un cineforum organizzato dal Kollettivo Kakakazzi durante la settimana di autogestione all'Itis "Giosuè Pascoli con la chiave del 12" dopo la proiezione di un capolavoro di Kubrik. Ma tant'è. Ho imparato infatti che, se c'è proprio una cosa che non puoi fermare, è il ciclo della vita. Anche un Suv giapponese lanciato ai 120 all'ora su un controviale da una madama cotonata della Crocetta con tanto di filippino racchiuso nel cruscotto può dare i suoi crucci, ma è più facile da gestire rispetto al ciclo della vita.

Ad ogni modo, tutto ciò non giova alla speculazione di cui all'inizio. Ho divagato. Dicevo che abbiamo un problema. E anche bello grosso. La nostra illustre civiltà, che in passato ha dato i natali a gente come Giulio Cesare, Dante, Machiavelli, Galileo Galilei, Vivaldi, Garibaldi, Verdi, D'Annunzio, Marconi, Majorana, Fermi, la Montalcini e l'omino baffuto della pubblicità del Tonno Insuperabile, sembra infatti aver toccato il suo apice in un non meglio precisato momento sul finire del secolo scorso (penso all'epoca della pubblicità del tonno), ed essere quindi inesorabilmente destinato ad una precipitosa discesa verso l'Abisso.

E ne vediamo già i segnali. Sono intorno a noi. Sono tra di noi. In alcuni malauguratissimi casi sono nostri parenti. E così come per San Giovanni ad annunciare l'Apocalisse c'erano angeli, trombe, sigilli spezzati e fantini dal look discutibile e dalla cavalcatura altrettanto bislacca, secondo il modestissimo parere di chi scrive ad annunciare l'ineunte decadenza morale e sociale della nostra stirpe ci sono i bimbiminkia (leggasi, in proposito, un'accurata analisi etologica).

Già pericolosa di per se', questa strana specie animale è diventata ancora più perniciosa per l'uomo dal momento in cui è riuscita ad entrare in possesso della chiave per accedere a quello che, nelle intenzioni dei suoi creatori, ma soprattutto nelle mie, avrebbe dovuto rimanere una sorta di empireo per kalokagathòi selezionati dopo schizzinosissima opera di filtraggio: l'Internet.

Si muovono in mandrie numerose e prive dei consueti individui alpha (maschi o femmine, è indifferente), e, giacché palesano ad ogni piè sospinto di ignorare anche le più elementari (ed è proprio il caso di dirlo) regole della grammatica italiana, comunicano attraverso gutturali borborigmi derivati forse da una parafrasi anfetaminica del ceppo ugro-finnico (tvttb, xké, xò, nn, cgil, cisl, uil..), ed hanno progressivamente occupato spazi sempre più consistenti dell'universo digitale, configurandosi dunque non più come caso sporadico di degenerazione sociale da avitaminosi scolastica, bensì come vero e proprio fenomeno pandemico.

Occorre adottare serie contromisure, se non si vuole scivolare nel baratro senza che si abbia più via di scampo. E' un po' di tempo che ci sto pensando, ma non riesco a venirne a capo. Ho riflettuto su varie ipotesi risolutorie, tra cui vorrei qui citare il napalm, l'avvelenamento col nichel della falda freatica cui attingono gli acquedotti che alimentano le scuole medie, la scolarizzazione forzata dei superstiti all'interno di strutture ricettive quali i campi di rieducazione cambogiani, o l'arruolamento di squadroni della morte armati di congiuntivi di grosso calibro e consecutio temporum affilatissime da liberare nei centri commerciali il sabato pomeriggio. Non so. E' solo che mi paiono tutte troppo umane. Si accettano suggerimenti.

lunedì 4 gennaio 2010

Get a life, open your Windows



Il mondo del copyleft mi fa raccare pesantemente. È un fenomeno che, tanto per dare un'idea, mi provoca un voltastomaco pari, se non addirittura superiore, di quello suscitatomi da ciò che fanno le sorridenti fanciulle di questo sito qui. (Avviso ai naviganti: occhio che è roba solo per stomaci forti. Anzi, fortissimi. E pure molto masochisti. Se ne sconsiglia dunque la visione a chicchessia, specie in prossimità dei pasti e in qualunque altro momento della giornata).

Ma torniamo a noi. Poco fa, prima che non ascoltaste i miei saggi consigli e vi bruciaste il dito, mparlando di copyleft, mi riferivo in particolare al sottomondo "open source", quello di Linux, e altra popò similare. (Ommioddìo, ho detto popò. Addio fioretto…).

Facciamo un passo indietro. Il principio del copyleft nasce dalle menti strafatte di marijuana di alcuni programmatori americani post sessantottini che, stufi del dilagante imperialismo che si celava subdolamente anche nelle loro fette mattutine di pankake irrorato di sciroppo d'acero, decisero di promnuovere un sistema di diffusione delle idee e della conoscenza che fosse in netta contrapposizione con quello tutelato dai diritti d'autore. Per essere più precisi, ilconcetto compiva un passo ulteriore: piùl'idea era geniale, più l'innovazione straordinaria, più doveva essere accessibile al mondo intero e anche a quello parzialmente scremato, senz alcun tipo di tutela o riconoscimento per l'ideatore e per il mazzo che s'era fatto in anni e anni di studio e applicazione.

Detto in parole povere: se dipingi la Monna Lisa devi poi condividerla "aggratis" con il mondo, perché è talmente bella da essere patrimonio dell'Umanità intera, e pure dei marziani, ammesso che esistano, quindi scordati qualsivoglia compenso per la tua opera perché tutti quanti debbono poter goderne ad libitum. E soprattutto, è bene ripeterlo, gratis. Quindi a morte i bigliettai del Louvre.

"Sed atque ista magna mentula!"* risponderebbe a questo punto Catone il censore, se la buonanima delll'illustre filosofo fosse ancora vivo. Certo lo esclamerebbe, ovviamente, solo dopo aver esclamato: "Sus meretrix, aere provectus vere sum...". Ma questa è un'altra questione. La cosa importante da sottolineare, a mio modestissimoavviso, è che se io sono Leonardo Da Vinci, e voi una mandria di bovi nutrita a yogurt dietetici e soap opera, dovete cacar quattrini come se piovesse se volete godere anche solo di una briciola del mio immenso genio. E questa è cosa buona e giusta. Altimenti sintonizzatevi di corsa su Canale 5, ché forse fate ancora in tempo a beccarvi Maria De Filippi.

Perché da che mondo è mondo libri, film, fumetti di Madrake, biglietti del teatro, del cinema e del museo, dischi di Little Tony, giornali di donne nude, opuscoli di taglio e cucito e consulti dall'urologo SI PAGANO. Tanto, poco, il meno possibile, a seconda di quel che si riceve, come sarebbe l'ideale avvenisse sempre. Ma si pagano, per dare un "cum quibus" a chi dall'altra parte si è rimboccato le maniche o si è spremuto le meningi per prestarci il dato servigio.

Orbene, i fautori della bizzarra filosofia "arci-liberal" di cui sopra, si sono fatti ormai da tempo alfieri di una campagna, nello specifico anti-Microsoft, (ma potrebbe essere tranquillamente anche anti-MacIntosh, se solo avesse una quota di mercato un filino più estesa), che punta il dito contro il gigante cattivo del computer che priva il mondo dell'accesso libero e bello al sapere informatico, costringendo, così dicono, l'utente medio del computer ad utilizzare macchine obsolete, dotate di programmi vetusti e claudicanti, solo per poter guadagrane più quattrini.

E questo potrebbe anche essere vero. Ma è inutile lamentarsi di un monopolio, o di un oligopolio, se poi dall'esterno nessuno è in grado di presentare un prodotto abbastanza buono e utile da poter scalzare il soggetto dominante dal suo trono dorato, o anche soltanto da poterne scalfire le zampone leonine.

Sono un po' stufo, ordunque, di sentirmi dire che Linux, che ti scarichi tu e ti paciocchi quando e come vuoi, è millanta volte più figo, più veloce, più versatile, più meglio, non prende virus (sfido, è un pinguino, ergo è abituato ai rigori dell'inverno più rigido del globo) del Uindozz Icspì che Memedesimo si è trovato invece già installato sul suo computer quando l'ha acquistato dal ricettatore maghrebino a Porta Pila.

"Piacere - rispondo io - sono Grazia Alcazzo".

Perché anche una normalissima Toyota comprata dal concessionario, se viene poi messa nelle mani di un meccanico con i controfiocchi, riesce a dare pastine ad una McLaren da Formula 1 in una gara di spunto sul quarto di miglio. Ma sta di fatto, nerdissimi amici miei, che se non siete dei maghi della tastiera e del mouse, e soprattutto se avete tanto di meglio da fare per spendere i vostri vent'anni, non riuscirete a cavare nemmeno un decente programma di videoscrittura da queste beneamate piattaforme del piffero.

Quindi non raccontatemi che Linux, o chi per esso, mi rivoluzionerebbe radicalmente la vita, se solo Bill Gates mostrasse la cortesia e il buon gusto di farsi investire dal tram una mattina mentre va a comprare il giornale nell'edicola sotto casa.

Prendete uno come il sottoscritto, Medioman d'assalto come ce ne sono tanti al mondo. Uso il computer per due cose sole: aggiornare il blog, e visitare uno o due siti internet. Ma sono un incapace sesquipedale e un tremendo inetto giàsoltanto se mi si apre a tradimento la pagina di Excel. Per espletare al meglio le mie uniche due funzioni multimediali, quindi, ho bisogno di piattaforme che facciano tutto da sole, compreso accendersi e spegnersi. Compreso il caffè, magari. E che dunque mi chiedano, al massimo, di digitare da solo un indirizzo con un www davanti.

Perché quando al termine di una seduta di autostimolazione dei paesi bassi di fronte alle immagini in streaming della porcella di turno mi capita di non sentirmi completamente soddisfatto preferisco limitarmi a cambiare mano, o al massimo a cambiare porcella, e non mi va di riprogrammarmi il portatile, il citofono, la lavatrice, l'orologio a cucù e il videoregistratore con un software più liberale del mio...

Ps: l’autore di questo post non ha ricevuto da Mr. Microsoft e da Mrs. Apple nemmeno un bigliettino di auguri in occasione dell’ultimo Natale. Tanto per darvi un’idea del livello di riconoscenza di certe persone

Pps: vi avevo detto di non cliccare quel link là sopra, perché era una roba davvero brutta. Vi avevo avvisato, sconsigliato, messo in guardia. Ma voi l'avete fatto lo stesso, perché vi credete i più furbi e coraggiosi del mondo. Non lamentatevi con me, quindi, se ora vi tocca ripulire il parquet del tinello dal vostro vomito. Anzi, andate a dire alla vostra mamma di mettere al mondo un pargolo più sveglio, la prossima volta che si cimenta nella prova

Note (traductio ad sensum):

* "Ma nemmeno per sogno"

** "Acciderbolina, sono davvero longevo..."