venerdì 29 agosto 2008

Che la forza sia con me


L'ho trovata su internet, nel gran calderone di ebay, per la precisione, e non ho resistito. L'ho comprata, e dopo appena due giorni mi è arrivata a casa in un enorme imballo di cartone color marrone. Per gentile concessione delle Poste Italiane, che ritardano la consegna solo quando, per i loro gusti, non cacci abbastanza soldi nella spedizione.

Quando sono tornato a casa e l'ho vista, appoggiata di sghimbescio sul bordo della scrivania, ho avuto la sensazione del Natale vissuto da infante. Mi sono letteralmente gettato su quell'imballo di cartone così accuratamente confezionato, e in quattro e quattr'otto l'ho disfatto. Estraendo il suo contenuto.
Una riproduzione fedele all'originale della spada laser di Mace Windu. Lo jedi nero. Quello arrivato sul gommone intergalattico dai confini della Repubblica, e che è incazzatissimo col mondo intero perché mentre gli altri padawan si allenavano a dosare la Forza, lui puliva i vetri dell'Ala X di Yoda. Anche se fa sempre il posato, lo si capisce da come si scaccola sempre con un certo nervosismo, nelle inquadrature dei film.

Non so perché l'abbia fatto, in realtà. Sto parlando di me che compro la spada, eh, non di Mace Windu che si scaccola. Ho scelto quella perché ha la lama viola, che è più originale di quella blu classica, di quella verde di Yoda, o di quella rossa da Sith che tutti i nerd comprano per sentirsi più fighi e potenti. Però, dico io, in fondo non sono mai stato un fan sfegatato della saga di Guerre Stellari. Oddìo, ho visto i canonici sei filmoni, conosco abbastanza bene la trama e qualche brandello di albero genealogico dei personaggi, e so per certo che la principessa Leyla è la sorella di Luke Skywalker e non di Chew Becca. O come cazzo si scrivono Leyla e Chew Becca. Però non sono di certo un appassionato.

«La differenza tra un adulto e un bambino sta tutta nel nel prezzo dei loro giocattoli», diceva Malcom S. Forbes, editore americano che spendeva un sacco di soldi in altrettante vaccate intergalattiche. Sorvolando sul fatto che Malcom S. Forbes avrebbe potuto tranquillamente continuare a giocare con i suoi costosissimi modellini di navi senza rompere i cocomeri al mondo con i suoi aforismi inutili, visto che c'era già stato Oscar Wilde, si può dire che avesse ragione. Io però non ci ho speso su una fortuna, anche se non me l'hanno nemmeno regalata. Quindi non so se qualificarmi nel novero degli infanti o nel mondo dei grandi.

E, in fondo, quella roba che ho preso io è davvero un oggetto inutile. Però, boh, l'ho presa, amen, perché mi sono lasciato trascinare da un gruppo di compari ad iscrivermi al cosro di spada laser (sic) che dovrebbe aprirsi di qui a poco a Torino. Sciamannato tra gli sciamannati, mi divertirò come un pazzo. O mi annoierò dopo due lezioni e manderò tutti affanculo. Boh, mah, chi lo sa.