martedì 20 maggio 2008

La cacca è meglio del Brain Trainer


Sarà la visione come simbolica catarsi della defecazione, che in qualche modo si erge a metafora dell'espulsione del Male per fare spazio al Nuovo, ma a me fare la cacca ha sempre aiutato tantissimo a ragionare meglio. E mica solo perché poi dopo uno è molto più leggero di quando ha iniziato, e quindi, in sostanza, ha anche meno roba addosso a cui badare.

Tutto è cominciato in prima media. O meglio, è stato in quel momento che mi sono accorto per la prima volta delle straordinarie potenzialità psicotrope della cagata. Stavo studiando geometria, credo il teorema di Sarcazzo sui triangoli isosceli ipermetropi evangelisti diversamente abili e pure un tantinello socialisti, suppongo, o comunque qualcosa di molto similare. Mi trovavo di fronte ad un complicatissimo esercizio di calcolo (ricordo infatti che né le dita né il pallottoliere mi erano stati di alcun aiuto), indispensabile alla risoluzione del problema geometrico risolvibile esclusivamente tramite un'applicazione pratica del teorema di cui sopra, nonché, per diretta conseguenza, ad aprire le porte al magico mondo dei compiti finiti. Ricordo con precisione l'arrovellamento senza esito che mi spinse persino a girare il libro al contrario, in cerca di una risoluzione destrorsa stile Black Sabbath, a tentare di decrittare il testo del problema come un marconista inglese della II Guerra Mondiale di fronte ad un morse battuto con macchina Enigma, e infine a cercare la soluzione a pagina 36, quasi il mio sussidiario fosse una versione scolastica de La Settimana Enigmistica. Ma niente.

Poi, mi scappò di fare la cacca.

Così, come avrebbe fatto qualsiasi essere umano con più di tre anni di età e privo di bizzarre perversioni sessuali, decisi di alzarmi dalla scrivania e andare al gabinetto per sgravare.

E fu lì, assiso con fare assorto e contemplativo sulla tazza del water, che ebbi l'illuminazione. Congratulandomi mentalmente per la soluzione sopraggiunta e per la ragguardevole entità dello stronzo, cui tra l'altro tributai gli onori militari al momento di tirare lo sciacquone, mi resi conto di ciò che era accaduto.

Da allora, questo miracolo di creazione ed escreazione non ha mai cessato di stupirmi, Nè di ripresentarsi con regolare puntualità tutte le volte che avevo da sottoporre all'attenzione di memedesimo un cruccio di notevole portata, fosse esso di studio, di vita vissuta, di amore, di morte, di fantacalcio e via discorrendo.

La cacca è meglio del Brain Trainer. La cacca dà le risposte. La cacca è la via per il Sapere.

Che cosa aspettate, dunque?




Andate tutti a cagare

lunedì 19 maggio 2008

Waiting for Euro 2008

sabato 17 maggio 2008

Voglio tornare alla medie




Precisiamo subito che non sto parlando di birre. Perché da quando, al terzo anno di superiori o giù di lì, ho sperimentato il mio primo boccale da litro, le medie le snobbo ogni volta che posso.

Parlo proprio delle scuole medie. E mica perché mi sconfinferino più di tanto le ricerche sui paesi dell'Asia o sui prodotti tipici della Liguria, le espressioni con le parentesi graffe, i temi su: la scuola, la famiglia, la pace nel mondo, le doppie punte e "Cosa ti aspetti dal tuo futuro?"; le interrogazioni alla lavagna, gli scappellotti negli spogliatoi della palestra, le gite col viaggio fatto in fondo al pullman a cantare "Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi..." (beh, no, effettivamente questo un po' mi manca), eccetera eccetera eccetera.

E non voglio nemmeno la scuola media come quella di oggi, nella quale un qualsiasi pivellino che fino all'anno prima non poteva nemmeno salire da solo in ascensore si sente in dovere di avere i soldi e la fama di un tronista di Maria De Filippi, il cellulare di Tronchetti Provera, la vita sessuale di un bonobo affetto da smanie ossessive compulsive, la fedina penale di un rapper della West Coast e una fidanzatina occasionale dai costumi degni di una passeggiatrice dei sobborghi londinesi di metà '800. O della Suburra romana in età tardo-Imperiale.

Intendo la nostalgia per l'atmosfera quotidiana in cui allora si viveva perennemente immersi, quando si aveva a malapena tra i 12 e i 14 anni, un cervello da celenterato, i primi peli sparsi qua e là in maniera molto discutibile, e soprattutto la licenza di fare cazzate rilasciata da Sua Maestà l'Adolescenza Incipiente in persona. Roba che pure James Bond se la poteva soltanto sognare.

Ieri sera ho avuto un piccolo assaggio di tutto questo. Un piccolo ritorno al passato, con una rodatissima squadra di vecchie conoscenze i cui primi incontri risalgono per l'appunto a quegli anni ruggenti. O ruttanti, a seconda del punto di vista e di cosa aveva mangiato a merenda il compagno do banco. La vecchia guardia al quasi-gran completo (chi non c'era o aveva impegni inderogabili oppure, molto più semplicemente, sen'è sbattuto il piffero), con in più una new entry, conosciuta solo quasi 10 anni più tardi, che però lì in mezzo non stonava affatto.

E' bastata qualche birra (poche, a dire il vero, in una serata all'insegna della morigeratezza alcolica la più puritana pensabile. Almeno secondo i miei personalissimmi standard), cui ha fatto seguito qualche aneddoto dei bei tempi andati (che significa tra i 10 e i 13 anni fa, suppergiù). E poi via a briglia sciolta verso il magico momento in cui abbiamo detto addio per sempre alla nostra infanzia incominciando l'incespicante cammino verso l'affascinante traguardo dell'età adulta. Quella cacchio di Harp Checca (gdado alcolico 5%) che ci siamo scolati somigliava immensamente al fluido di Cocoon: facce, voci, fisionomie, atteggiamenti, movenze e mentalità sono cambiati all'improvviso. Retrocessi, regrediti, rimpiccioliti. Usate voi l'espressione di "regressum ad uterum" che più vi solletica. Tanto il concetto è sempre lo stesso: Benvenuti nel mondo di Ieri, signore e signori.

Via gli studenti universitari paturniati, via i precari incazzati, via gli aspiranti professionisti rampanti, via gli appassionati amanti, via i futuri avvocati, ingegneri, traduttori, programmatori, manager, giornalisti, politici, diplomatici, dirigenti bancari e così via.

Largo ai 13enni cazzari, quelli che domani la stronza mi interroga di matematica, quelli che la vita si concentra tutta nel cortile della scuola e sul campo di calcio, e poi la sera un po' di televisione "da adutli"; quelli che hanno appena sostituito nel loro "passionometro" la figa, questa lussureggiante sconosciuta, ai robot Transformer, senza capire bene nemmeno loro stessi quando questo passaggio sia avvenuto. Quelli cui, in fondo, basta riuscire a limonarsi la compagna di banco nel buio della sala audiovisivi, magari aiutandosi un po' a tentoni, per sentirsi mejo de Rocco Siffredi.

E' stato molto bello. Roba da doversi tenere la pancia dal ridere e da allungare la birra nel bicchiere con fiotti di lacrime ilari, per tutta la durata del consesso. Peccato però che poi, come tutte le cose belle, anche questa è finita.

E ti ritrovi ad avere sempre i tuoi soliti 24 anni nuovi di zecca, a spararti pippozzi mentali acrobatici degni di un politologo da salotto, e a scrivere post agghiacciati sul fatto che i tuoi amici stanno cominciando a sposarsi.

mercoledì 14 maggio 2008

La notizia del secolo


Ehi, tu, uomo dalla faccia triste. Donna dal volto mesto. Oppure sessualmente indeciso dal viso mogio. Ascolta, e smetti di ammosciarti inutilmente l'esistenza.

Ti senti depresso, abbattuto, sull'orlo della disperazione e del fallimento? Credi che la vita non ti abbia dato mai nulla di buono, ma che soprattutto abbia ancora meno da darti in futuro? Hai la nettissima impressione che Dio non esista o che, in caso contrario, ti abbia preso in particolare antipatia tipo quel tuo compagno di banco cui rubavi la Girella Motta da piccolo a scuola, e che ora è diventato intendente di Finanza e ti fa le verifiche fiscali a tradimento ogni sei mesi? Ti svegli la mattina e gioisci perché questa volta, almeno, hai solo tre ruote bucate, e non anche quella di scorta?

Rilassati. E fa' un bel respiro. Ecco, bravo, così.

Perché comunque la guardi, qualunque sia il tuo piccolo grande cruccio, chiunque ti tormenti (sia esso Torquemada o solo Gigi D'Alessio), ovunque tu sia, c'è SEMPRE qualcuno che sta sempre peggio di te. Molto peggio. Peggissimo, addirittura, ammesso che esista in italiano questo bizzarro superlativo.

Non ci credi? Uomo (o donna, o indeciso) di poca fede! Leggi un po' qui.


Brrrr...


Ps: è ovvio, ma è sempre bene sottolinearlo ugualmente, che quando dicevo "c'è sempre qualcuno che sta peggio di voi..." non mi riferivo certamente alla vittima. No, dico, solo per mettere due-tre puntini sulle i

Ps1: questo giornalista è un fottutissimo genio. Pulitzer subito, e direttore del Tg1 domani mattina.

martedì 13 maggio 2008

Facebook e la sindrome del Grande Fratello


Vi ricordate, tempo fa, il post che scrissi riguardo Facebook e le altre community internettiane affini?
Sì? Bene.
No? Stronzi. Fatevi una cultura.

Ad ogni modo, oggi ho avuto la riprova di quanta ragione avessi allora, additando tutta questa accozzaglia di rubrichine, fotine, postini, messaggini, bacini e altri -ini vari come il paradiso dei maniaci sessuali, dei voyeur, in qualche caso addirittura degli stalker (e qui, se vi dotate di una tavoletta ouija o di un tavolino a tre gambe, John Lennon avrà un sacco di aneddoti da raccontarvi...), o più semplicemente degli inguaribili ficcanaso che, se si facessero anche solo la metà degli affari loro, avrebbero comunque già tutta la giornata impegnata.

Sono soprattutto questi ultimi i più pericolosi. I ficcanaso. Gli impiccioni. Quelli che sbirciano dalle gelosie socchiuse. Quelli che parlano e straparlano perchè "io so...". Quelli che vanno su E-Mule a scaricarsi l'elenco delle dichiarazioni dei redditi degli italiani non per vedere quante palanche ballonzolano nelle tasche del superpolitico, del comico imbonitore, dell'imprenditore viveur, della soubrette sgallettata, del calci-attore campeòn, o dell'ultima accozzaglia spaccatimpani in odor di disco di platino; ma quanto guadagna la signora del terzo piano, o quanto denuncia il sindaco, il parroco, il capo dei vigili o il farmacista, o se davvero il nipote della vicina di casco dalla parrucchiera si può permettere di cambiare tutte quelle belle macchine così spesso... e così via.

Firmiamo moduli perchè i dati contenuti su altri moduli non vengano diffusi. E poi firmiamo un altro modulo perché nemmeno il dato che noi abbiamo firmato un modulo per diffidare la diffusione di dati su altri moduli venga diffuso.
Sei in una botte di ferro. Già. Ma come quella di Attilio Regolo.

Perché poi arriva Facebook.

Vai a una festa, dove ti fanno una foto mentre fai qualcosa, che può essere bere un mojito, bere tanti mojito, mangiare un salatino, ingolfarti vassoi interi di salatini come una balena con un banco di krill, pulirti un orecchio col mignolo, assumendo una posizione assorta, e poi fare una pallina rimbalzina col ricavato; scaccolarti, soffiarti il naso nella pochette, pulirti le unghie con la forchetta, sistemarti lo slip che ti si è birichinamente infilato nel posteggio delle bici, limonare il/la barista, oppure entrambi, picchiare un bambino, investire una vecchia, bruciare un santino, baciare un mafioso, rifondare il partito nazionalsocialista... insomma, le classiche cose che si fanno alle feste.

Questa foto finisce sul profilo di un tuo amico, tutti i suoi amici lo leggono, poi gli amici degli amici, i conoscenti dei conoscenti, i domestici dei comestici, le colf delle colf, il Pinot di Pinot, fino a che la famosa barista che hai limonato vede la foto e si accorge per la prima volta di quello che ha fatto. E con tutti i tuoi moduli firmati e controfirmati ti ci puoi allegramente pulire il...naso.

Buongiorno mondo!

Quote rosa? Ma nemmeno il foglio rosa...


Questo video vi è stato gentilmente offerto dall'ACMMI, l'Associazione Carrozzieri e Meccanici Misogini Italiani.

lunedì 12 maggio 2008

L'Olimpo fatto in casa


Un consesso di giovani semidei a confronto. Ambrosia a fiumi. Profetici vaticini accompagnati dai fumi ctonii della Pizia. Marzialissimi piani per pianificare il reggimento del mondo, e strali saettanti lanciati ad annichilire i comuni mortali che si oppongono al volere dell'Imperscrutabile. Una giunonica presenza a scongiurare lo sconfortante ripetersi della solita insalata di cazzi, sgradito leitmotiv di troppi uranici rendez vous da troppo tempo a questa parte.

C'è bisogno di altro?

Forse sì...

Magari un po' più di umanissima gnocca.


Del resto, nemmeno Zeus adunatore di nubi riusciva a farne a meno...

domenica 11 maggio 2008

Un anno di decadenza


Rullino i tamburi. Fiato alle trombe. S'elevino nell'aere i peana di Vittoria. Perchè Vittoria, schiacciante e assoluta, è stata. Finalmente, dopo tanto attendere, la palma è giunta a noi in tutto il suo sfarzo e splendore.

Sia lode al nuovo Sovrano Assoluto e Perfetto, Colui che tutto vede, sa e dirige, perennemente in preda all'ebbrezza e alla foia.

Tremino le cortigiane d'alto bordo ingioiellate e imbellettate, amazzoni agguerrite in caccia non di teste o trofei bensì di un partito dall'inesauribile portafogli e di un'occasione per sfoggiare l'ultima borsa plissettata, belle come l'oblìo ma altrettanto sostanziate nell'animo.
Si disperino i lenoni bruniti dagli artifizi dei raggi meccanici, acconciati con il grasso di balena, fasciati da abiti sartoriali la cui pregevolissima fattura non basta a mascherare la cafoneria che sotto si cela abbondante, e bolsi come i cavalli che le loro auto rigurgitano in gran numero.

La resa dei Conti è arrivata. E sarà l'anno della Decadenza.
Che il vino scorra dunque a fiumi, a irrorare la Giusta et Proba sete di gloria del vincitore e delle sue schiere.

E chi ha orecchie per intendere intenda. Gli altri, se ne vadano pure affanculo in roulotte.

mercoledì 7 maggio 2008

Porca vacca se è caduto vicino...


Due persone che conosci da 10 anni (il che, quando ne hai 24, e sottraendo da questi il periodo della tua esistenza in cui non capisci un piffero, è come dire "una vita"), e di cui sei così amico che più amico non si può, ma se si sale un gradino si approda nella consanguineità, si mettono insieme. Questo succede un bel po' di tempo fa, neh. Così nel frattempo trascorrono i giri di orologio, e di clessidre se ne voltano parecchie.

Si vogliono bene, i due. Ma che dico? stravedono l'uno per l'altra, e l'altra per l'uno. Va beh, dai, diciamo le cose come stanno sul serio, suvvia: sono così perfetti che vederli insieme, o anche sentire uno che parla dell'altra (e di nuovo viceversa e versavice) è un piacere per gli occhi e per il cuore. Una di quelle cose, insomma, che ti fa capire che Dio esiste e ti ha fatto a sua immagine e somiglianza, la vita è una cosa meravigliosa, domani è un altro giorno e forse forse anche Elvis non è morto davvero ma fa il benzinaio poco fuori Memphis.

Poi, un bel dì di maggio, i due festeggiano il quinto anno di mani intrecciate, sorrisi dolci e sguardi complici che dicono tutto anche quando le labbra non dicono niente. Un evento importante, specie se hai 24 anni e bla bla bla quello che ho già detto prima. Quando hanno cominciato erano due studentelli liceali, oggi sono due giovini rampanti che attendono solo il fatidico pezzo di carta per poter mettere una seria ipoteca su un futuro di brillanti professionisti. Lui arriva da lei con un regalo importante quanto la ricorrenza che si celebra insieme. Anzi, molto di più. Un anello.

UN ANELLO.

A-N-E-doppia L...ok, hai capito, ANELLO.

ZOT-FLASH-SBRADABAM!

Fulmine, lampo e tuono.

Prima che tu capisca bene che cosa è successo, eccolo che è caduto. Ti volti, e dietro i tuoi calcagni ecco il craterone fumante circondato di erba bruciacchiata. E' ancora lì che fa "fsssssss", e quell'orbita vuota sembra fissarti sorniona, quasi avoler dire "Paura, eh?"

Hai visto quanto cazzo caduto vicino? Caspita... Altro che botto udito da lontano, di quelli che ti fanno girare di soprassalto e questo è caduto così vicino che ti ha fatto rizzare tutti i peli delle braccia, e hai la schiena che freme dai brividi.

Poi ti fermi un attimo e ragioni: "Aspetta un momento...ma è una notizia semplicemente meravigliosa!".

Ma certo che lo è, idiota da sbarco!

Solo che tu, per l'appunto, sei un idiota. E pensi: "oggi a loro...e domani?"

Perché lo pensi?

Un po' perchè sei idiota, ok, e qui però si scade nella tautologia e il lettore dopo un po' s'incazza. Ma anche perché sei un fifone, che non ha mai avuto il coraggio di portare avanti una storia seria per più del tempo che sarebbe necessario a guardare il cofanetto di dvd del "Signore degli Anelli" directors's cut. E così facendo hai chiuso certe porte in faccia a ragazze cui avresti anche potuto risparmiare l'affronto, mio caro. Se solo non fossi stato così idiota e fifone, beninteso. E così pensi a "cosa sarebbe successo se...". Ma poi smetti subito perché ti senti troppo un Enrico Ruggeri dei poveri.

Beh, dai. C'è da dire che sei stato anche un po' sfigatello nel tuo personalissimo curriculum sentimentale. Sfigatello perché, tanto per fare un esempio, tutte quelle per le quali saresti stato disposto a dare via un braccio per costruire una relazione solida e duratura A) ti hanno gettato dopo l'uso nel primo cestino disponibile, stile Kleenex smorfellato di fresco, oppure B) hanno fatto che non cacarti di pezza, tout court. E poi perché come dice saggiamente Oreglio la fortuna sarà anche cieca, ma tu sulla fonte hai scritto SFIGATO in braille. A caratteri, pardon, puntini cubitali.

E allora, dai, infondo capisci che è normale prenderla così. Il tuo lato savio (e meno male che c'è, come Silvio) la prende come dovrebbe: gaudio e letizia a profusione. Ma il tuo essere idiota, fifone e anche un po' sfigatello si passa teatralmente la mano sulla fronte e sospira sollevato per oggi, atterrito per domani. Fiuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!


Porca vacca, questo è caduto veramente vicino...