martedì 29 aprile 2008

The ultimate nerds' revenge!

Simply the best way to be a gorgeous nerd. Enjoy it, and have a good view.









lunedì 28 aprile 2008

Ouroboros in fabula


Dunque, facciamo un ragionamento veloce veloce per capire come vanno alcune cose nella vita:

- decidi di aprire un blog perché senti di avere qualcosa da dire.
- decidi di aprire un blog ad alto tasso di idiozia perché ti sembra una prova di onestà intellettuale: insomma, con tutti questi sedicenti blog "seri" che ci sono in giro, e che finiscono per scadere nella vaccataggine più sfrenata nonostante la loro sbandierata serietà, almeno tu lo dici da subito che stai scrivendo favate, no?
- decidi di restare anonimo. O meglio, suppergiù anonimo: conii un soprannome tanto tanto simile al tuo nome vero ma che non è proprio il tuo nome vero. Così chi ti conosce sa che sei tu, o meglio, una parte di te particolarmente sarcastica e salace. Chi non ti conosce invece no, non sa un beneamato.
- decidi di farlo perché così ti senti di poter parlare più liberamente. Tutto quello che pensi, posti, scrivi, è come se lo pensasse, postasse, scrivesse qualcun altro. Sei un sadico criminale impunito assistito da un complice idiota che si bea della sua dabbenaggine: tu fai il danno, il tuo alter ego si prende la colpa. E tutti sono felici.

Tutto perfetto, no? No. Perché è proprio qui che cominciano i casini. Perché:

- hai la dote di saper scrivere abbastanza bene. Sì, insomma, bene. Talvolta dannatamente bene (e crepi la modestia, che nella jungla dell'oggi è virtù buona soltanto per i pusillanimi).
- questo ti porta lettori. Tanti, non tantissimi, ma comunque affezionati e regolari, specie tra conoscenti (Perché in fondo, comunque, resti comunque uno sfigato da oratorio. La blogosfera aiuta, ma non fa miracoli). Ti basta per autoconvincerti di stare facendo un buon lavoro.
- questo appaga il tuo smisurato ego, mai sazio di autocompiacimento, qualunque forma esso possa assumere.
- non ti fermi. Vai avanti. Imperterrito e indefesso. Racconti di tutto e di tutti, per saziare la sete dei tuoi lettori, che a loro volta saziano la tua sete di appagamento.
- alla fine racconti anche di te.
- ma tu non volevi raccontare di te. Avevi scelto uno pseudonimo apposta, porca miseria ladra.
- gli altarini si scoprono.
- vaffanculo

E' la storia del gatto che si lecca l'orecchio. O era il cinghiale che si succhia la narice? Ah, no, il serpente che si morde la coda.

sabato 26 aprile 2008

Cehoz: se non ce l'hai, è il momento che cominci seriamente a riflettere sull'ipotesi dell'eutanasia

In esclusiva per i lettori de "Il Resto del Pautasio", l'intervista a Edo M., inventore di Cehoz. Che cos'è Cehoz? Andatevelo a vedere da soli, su http://www.cehoz.com/.
Eh, cribbio, non è che posso fare tutto io. Già devo fare l'intervista...


il Pautasio: Benvenuto. Prego, accomodati.
Edo: Grazie. Devo mettere le pattine?
P: Solo se sono Cehoz.
E: Sfondi una porta aperta.
P: Cominciamo subito. Da che cosa è nata l'idea di Cehoz?
E: Una volta ho incontrato Dio al bar, e lui me l'ha suggerita in un orecchio. Poco dopo ho fondato Roma, ho inventato la penicillina e ho scoperto l'America.
P: E' vero che indossare Cehoz fa venire gli occhi azzurri?
E: Sì.
P: Reiterati test di laboratorio dimostrano inconfutabilmente che chi indossa Cehoz si ritrova inevitabilmente il pisello più lungo.
E: E' un leggero effetto collaterale che stiamo tentando di limitare nella versione femminile. Sempre che le nostre clienti non intendano imprimere una virata radicale alla loro esistenza, ovviamente.
P: Tutti i grandi personaggi di ieri e di oggi indossano o hanno indossato Cehoz: Platone, Alessandro Magno, Gesù, Napoleone, Ghandi, Che Guevara, Neil Armstrong...
E: ...l'Uomo Ragno, Maradona, i Puffi, il Mago Galbusera, i Teletubbies, l'inspiegabile gnomo afro della pubblicità dei wafer. E tanti altri. Ma tanti, eh.
P: E' vero che se John Fitzgerald Kennedy avesse indossato Cehoz in quel maledetto giorno a Dallas oggi sarebbe ancora qui con noi?
E: L'hai detto, fratello.
P: E lo stesso sarebbe valso per tutta quella spiacevole storia intorno alle coltellate inferte a Giulio Cesare, dico bene?
E: E' sorprendente come tu sappia tutte queste cose, caro Pautasio. Si vede che anche tu indossi Cehoz!
P: Quindi chi indossa Cehoz diventa come il Pautasio...
E: No, questo sarebbe impossibile. Però aiuta.
P: Convinci, con una parola, i lettori de "Il Resto del Pautasio" a vestre Cehoz.
E: Fendimetrazinabitartrato.
P: Ma cosa c'entra?
E: Non lo so, però mi piaceva.
P: Grazie.
E: Ma figurati...
P: No, sul serio, grazie. Sei stato squisito.
E: Suvvìa, per così poco...
P: Ma no, dai, dico per davvero. Mica tutti sono così gentili, disponibili, ma soprattutto esaurienti.
E: Questo perché non tutti quelli che intervisti indossano Cehoz.
P: Già. Ed è per questo che noi lottiamo. Perché tutti indossino Cehoz.
E: Siamo meglio dei Pauer Rengers.



L'intervista è finita. Ora alza il culo e va' a prenotare il tuo angolo di Cehoz

venerdì 25 aprile 2008

Cose da pazzi


Babbo Natale è convinto che il Pautasio non esista

giovedì 10 aprile 2008

Mr. Creosote

Domani cenerò in compagnia di quest'uomo:



Buon appetito

mercoledì 9 aprile 2008

Un divino consolatore


Vi ricordate la scena madre del film "L'Esorcista", dove la bimba posseduta dal satanasso di turno si trastulla la filippa con veemenza grazie all'ausilio improprio di un crocefisso? No? Ok, dai, una rinfrescatina di memoria non fa mai male (minuto 00.55-01.00).

Molto "brrr" e "bleah", eh? No?

Beh, allora rallegratevi, perché da oggi potrete farlo anche voi. E senza possessione, parolacce, vomito copioso di Zuppa del Casale o camminata cappottata. Bensì comodamente seduti sulla poltrona di casa, svaccati sul letto, o a mollo fino al collo nella tinozza in un sabato pomeriggio particolarmente noioso.

Tutto grazie a "Divine Interventions" (e che razza di interventions, poi...), la ditta che ha rivoluzionato il modo di pensare il "piciu 'd guma".

I pedemontafoni avranno già capito di cosa sto parlando. Agli altri basterà guardare meglio l'immagine di apertura. Dai, su, osservatela meglio. Ecco, così, bravi. Fatto?

Sì, quella roba lì è proprio quello che pensate voi, nonostante la forma insolita, e serve proprio a quello che pensate voi. Brutti sporcaccioni impenitenti. Tralasciando il fatto che siete tutti dei maniaci sessuali pervertiti, dal momento che se aveste avuto anche solo un briciolo di innocenza in voi:

a) non frequentereste il mio blog
b) pensereste si tratti di candele natalizie realizzate da bimbi portatori di handicap, e, inteneriti al solo pensiero, non comprendereste il perché di tanto scandalo
c) sareste Madre Teresa di Calcutta, o per lo meno una sua prozia,

c'è da osservare comunque con una certa qual curiosità come vasta sia la gamma di oggettini mirati a soddisfare gli insani appetiti di coloro che, utilizzando un neologismo di molto in voga in qesto periodo, potremmo definire "Teofuck". C'è Gesù, Gesù più piccolo, Gesù che fa quell'esercizio sul quadro svedese che lo ha reso famoso in tutto il mondo, la Madonna, il diavolo (per non scontentare la concorrenza, credo), e Buddha. Manca solo quell'altro che porta la barba lunga, c'ha sempre un asciugamano legato alla testa, e mangia il kebab. Credo sia perché gli inventori di questi "giocattoli" sono sì malati di mente, ma hanno ancora un certo qual recondito istinto di conservazione. Sfido, io: JC porge l'altra guancia, mentre l'Illuminato sta sempre seduto sorridente e pacioso qualunque cosa gli succeda intorno. Con due così a disposizione, mica si va a sfottere quelli che tirano cazzotti appena li si nomina, tzè.

Ora smettetela per un secondo di toccarvi e concentratevi. Perchè qui la cosa si fa drammatica. Per la legge della domanda e dell'offerta, infatti, se esiste un prodotto è perché c'è un potenziale compratore. E se il prodotto viene pubblicizzato su Internet, ovvero il veicolo più rapido ed efficace per raggiungere tutti dappertutto, significa che la rosa di potenziali clienti è piuttosto consistente. Questo può significare solo una cosa: se non sono io a comprarli, siete voi. Vi dico solo che ho avuto solo ragazze molto cattoliche, una addirittura di Cl, e che, al massimo, limono altri uomini solo se questo mi consente di vincere un qualche tipo di premio (eh, sì, c'ho la competizione nel sangue). Quindi avanti, parliamone...


Ps se vi state chiedendo come accidenti abbia fatto a trovare questo sito, sarò sincero con voi e non mi maschererò dietro ipocrite frasi di circostanza come "ci sono capitato per caso" oppure "me l'ha mandata un mio amico". Lo ammetterò, e basta. In fondo che c'è di male? Ebbene sì...

quando sono seduto sul cesso sfoglio il catalogo del Postal Market

martedì 8 aprile 2008

Morphellus



Oggi sono a casa con il cimurro.


Ciò significa non avere una strapippa da fare, anche perché nelle mie attuali condizioni anche le strapippe (di solito passatempo cui si fa ricorso assai frequentemente nei momenti di particolare apatia) rappresentano una fatica immane.


Mi sono destato stamani in quasi perfetta salute, dopo una nottata trascorsa a tossire fuori dal mio apparato respiratorio chiavi inglesi, puffi, olio lubrificante per trattori, il programma del partito antiabortista di Giuliano Ferrara, una bicicletta, i volumi dalla "f" alla "k" dell'Enciclopedia Britannica, un caccia stellare X-Wing, ventilatori, nani e ballerine. Credevo di poter attraversare il Po a nuoto, poi però il livello di prestanza fisica è andato via via peggiorando, costringendomi a casa senza poter far altro che sorbirmi le paturnie mediatiche di taluni miei confratelli su msn (No, Ale, tranquillo, tu non sei tra questi: il tuo simulatore di areoplanini di carta per ingegneri del Poli mi ha dato e continua a darmi delle gioie immense).

Ah, giusto per la cronaca, oggi pomeriggio due famosi personaggi del mio blogroll si sono scambiati notevoli quantità di umori corporei a seguito di un selvaggio amplesso post prandiale. A voi indovinare l'identità dei due soggetti. Il vincitore potrà partecipare alla prossima seduta.

Ora me ne tornerò nel mio letto, a progettare un motore a combustione interna alimentato col muco nasale. Con la sola produzione odierna, potrei fottermi l'Opec con una mano legata dietro la schiena. Sperò di riuscire a risolvere il problema della carburazione, che continua a presentarmi qualche difficoltà.

Ps cedesi grandi quantità di catarro al miglior offerente

venerdì 4 aprile 2008

Voglio fare la velina


Leggo sulla mia ompèig che sono ripartiti i casting per diventare la velina della stagione 2008. Che bello. Una notizia che attendevamo con trepidazione da mesi.

Nell'attesa di scoprire quale delle due sarà la più mignotta, se la bionda oppure la mora (dal momento che solitamente sono gnocche entrambe è fisiologico che la competizione svalli su altri fronti), è bello perdere tempo a riflettere sul fenomeno che, ogniqualvolta si ripropone, manda in visibilio migliaia di shampiste sedicenni escort mancate che desiderano arraffare i propri 15 minuti di celebrità sgambettando prima in minigonna sulla scrivania di Greggio e Iachetti e poi in topless sotto la scrivania di qualche politico/presentatore/produttore/regista/mammasantissima televisivo.

Ho sempre considerato il velinismo un fenomeno deprecabile. Non perché lo ritenga degradante per la figura femminile, perché sia manifesto di ignoranza e povertà mentale, o ancora fenomeno di malcostume, ma più che altro perché per vedere le tette bisogna aspettare almeno fino a quando le due non saranno famose abbastanza da potersi leccare vicendevolmente le areole sulla copertina di Max (a volte ci vogliono mesi), e perché, in ogni caso, anche dopo stagioni intere, di scorci di pelo manco a parlarne.

E poi basta con lo stereotipo della donna-velina-soubrette bellissima, ma scema come una pigna. Conosco donne in grado di aprire da sole un barattolo di sottaceti, di parcheggiare in retromarcia, di non truccarsi al semaforo e, udite udite, di riuscire a guardare "Salvate il soldato Ryan" tutto d'un fiatosenza chiedere al proprio fidanzato/marito/fratello/amico: "Ma è un film di guerra?". Credo che un giorno, grazie all'impegno, alla dedizione e alla costanza che sempre le contraddistinguono, arriveranno anche a traguardi ancora più alti. Tipo riuscire finalmente a guardare con totale indifferenza e nemmeno un'ombra di cupidigia una Mastercard, un paio di Valleverde o una borsetta di Prada.

Fenomenale.

martedì 1 aprile 2008

19 aprile: Festa del Pautasio

IL RESTO DEL PAUTASIO: HAPPY BLOGDAY TO YOU

Fra poco più di due settimane si celebrerà il primo genetliaco de Il Resto del Pautasio, il pensatoio virtuale che in tutto il mondo ha radicalmente rivoluzionato il modo di intendere la schizofrenia e le malattie veneree. Mentre in tutto il mondo si stappano bottiglie di champagne, si regalano fiori e cioccolatini (o, presso alcune culture, galline), e si sacrificano le figlie terzogenite al potente dio Tchulu, tocca a noi dare inizio agli osanna per salutare questo evento epocale.


Un evento epocale, di cui però molti di voi hanno sottovalutato l'importanza. Prova ne sia che per il sondaggio indetto su come celebrare l'avvenimento avete fatto stravincere il suicidio di Massa.

Risultato? Mi ha telefonato il sindaco di Carrara, incazzatissimo, perché nessuno lo prende mai in considerazione per questo tipo di eventi. Spero siate soddisfatti, ora. Balordi infami.
Spero almeno che vi divertirete.