domenica 27 maggio 2007

Volare. Finalmente libero

Librarsi nell'aria. Libero, senza freni, in caduta libera, con solo il vento tra le dita e sulla faccia a ricordarti che non è un sogno, ma la realtà. E che, come tutte le cose reali, quando sono belle hanno presto una fine. Troppo presto. Nel mio caso, dopo appena 50 secondi. Brevissimi e al tempo stesso interminabili. Quanto basta a scendera da 4mila a millecinquecento metri di altitudine. Quanto basta a capire che qualcosa nella tua vita è radicalmente cambiato.
Poi l'altimetro ti avvisa che la pacchia è finita, e che devi aprire la vela.Ma intanto c'è una consapevolezza appena acquisita che ti resterà per sempre.
Mai provata una sensazione simile di libertà. Fino a domenica scorsa. Il mio decimo lancio col paracadute. Il mio primo lancio in assoluta tranquillità. Senza preoccupazioni. Né di dove stavo andando, né del come. Perchè appena uscito dall'aereo ho trovato subito la postura più adatta ad accompagnarmi giù, sempre più giù, fino al momento di aprire.
Semplicemente magnifico.
E forse chi leggerà queste mie righe sconclusionate non capirà nulla, o comunque ben poco.
E' normale. Dante direbbe che è una di quelle sensazioni che "da per li occhi una dolcezza al core, che intender non la può chi non la prova".
Da domenica scorsa, però, io sono libero.

giovedì 17 maggio 2007

Sono mentalmente instabile

Sono mentalmente instabile.
Perchè la prima volta che ho visto un piatto di spaghetti ho pensato fosse una versione complicata dello shangai.
Sono mentalmente instabile.
Perchè ho sempre pensato che, tirando la cordicella del Tampax, alle donne si muovessero le braccia.
Sono mentalmente instabile.
Perchè da anni voglio praticare dello sci nautico ma non sono mai riuscito a trovare un lago in discesa.
Sono mentalmente instabile.
Perchè non amo il prossimo. E nemmeno quello dopo ancora.
Sono mentalmente instabile.
Perchè la prima cosa che penso quando vedo una ragazza è se tagliata a pezzi entretrebbe nel mio frigo.
Sono mentalmente instabile.
Perchè quando accendo la televisione lo faccio sfregando due bastoncini. Ed è sempre un casino poi spegnerla.
Sono mentalmente instabile.
Perchè non ho mai capito per quale assurdo motivo, se il pero dà la pera ed il melo dà la mela, il fico non dia la fica. E, soprattutto, perchè il finocchio dà il culo?
Sono mentalmente instabile.
Perchè l'ultima volta che il dottore mi ha prescritto delle pillole e frequenti bagni caldi contro lo stress, le pillole le ho prese ma i bagni caldi proprio non ce l'ho fatta a berli tutti.
Sono mentalmente instabile.
Perchè il mio medico della mutua mi ha dato 3 mesi di vita. Non consecutivi.
Sono mentalmente instabile.
Perchè quando mi hanno chiesto di avere dei rapporti con un gorilla in cambio di 3mila euro, ho domandato se la somma avrei dovuto versarla tutta intera subito, oppure in comode rate.
Sono mentalmente instabile.
Perchè non riesco ad avere fiducia nell'altro sesso. Ma come posso fidarmi di qualcuno che sanguina per cinque giorni di fila e non muore?
Sono mentalmente instabile.
Perchè non ho capito come mai "Tanto va la gatta all'oste che ci lascia il fa per tre".
Sono mentalmente instabile.
Perchè occhio per occhio non fa sessantaquacchio, e nemmeno seppie per seppie fa quarantanoppie.
Sono mentalmente instabile.
Perchè ho capito che, sì, nella vita bisogna farsi una posizione. Ma una sola, sennò si finisce come Cicicolina, Selen e Jessica Rizzo.
Sono mentalmente instabile.
Perchè tengo un blog sul quale elenco i motivi per cui
Sono mentalmente instabile

venerdì 11 maggio 2007

Come catturare un elefante

Occorrente: una lavagna, un gessetto, una sedia, un cannocchiale, una pinzetta, un barattolo di vetro con coperchio.

Esecuzione: prendete un aereo ed andate in Africa. Sedetevi sulla sedia ed appoggiate la lavagna sulle ginocchia. Cominciate a scrivere con il gessetto un calcolo molto complicato, e commettete un errore di proposito, facendo poi finta di ignorarlo. Dopo qualche minuto un elefante vi si avvicinerà e vi farà rilevare che avete commesso un errore di calcolo. Voi, con fare sorpreso, chiedetegli spiegazioni. Quando comincerà a illustrarvi il perchè del vostro errore e a ricalcolare correttamente l'intera operazione, voi fate un paio di passi indietro, e guardate l'elefante attraverso il cannocchiale puntato al contrario. L'elefante vi apparirà piccolissimo. A questo punto non vi resta che catturarlo con la pinzetta e chiuderlo dentro al barattolo di vetro che avrete portato con voi, tappandolo ed avvitando bene il coperchio. E avrete catturato il vostro elefante.
Ps: si raccomanda vivamente di praticare questo tipo di caccia esclusivamente in Africa. Gli elefanti indiani, infatti, sono molto più discreti dei loro cugini che invece vivono sul continente nero, e tendono per tanto a non correggere apertamente gli errori di calcolo degli sconosciuti. Per questo motivo la riuscita della tecnica in questo particolare caso non è garantita

giovedì 10 maggio 2007

Salviamo il congiuntivo

Ecco che cosa è riuscita a partorire la classe di una scuola media di Castiglione delle Stiviere (il posto dove, tra l'altro, molto presto potrebbero mandare in vacanza la lugente mammina valdostana più famosa del tubo catodico). Ci voleva il cuore puro degli infanti per risollevare le sorti meschine del modo verbale più bistrattato da torme e torme di parolai vari.

http://salviamoilcongiuntivo.blogspot.com

Tanto di cappello a questi piccoli ma agguerritissimi paladini della lingua italiana, in lotta contro gli stupri che impunemente vengono perpetrati ogni giorno ai danni del nostro bell'idioma da sedicenti giornalisti, pseudo-Vip, autori e conduttori semianalfabeti di tv e radio, e chi più ne ha più ne metta.
Evviva il congiuntivo, evviva la grammatica.
E speriamo che la loro campagna vadi a buon fine. (hahaha, ho fatto la battuuuuuuuta)

mercoledì 9 maggio 2007

Doretta... sono tornaaaato!

Doretta, la ricercatrice perfetta, il bot idiota di msn che risponde alle domande insulse con frasi ancora più sconclusionate, ormai lo abbiamo gustato in quasi tutte le salse possibili e i mmaginabili. Quasì. Sì, perchè dopo gli entusiasmanti exploit alle prese con un maniaco sessuale (vedansi in proposito i post che Louis ha dedicato alla fanciulla sul suo blog, Inquinando, che trovate qui a fianco tra i link), e dopo il tentativo di intraprendere la carriera di apprendista assistente parlamentare (vedasi il link nei mio terzultimo post), ecco finalmente la bella sbarbina come l'avremmo voluta vedere tutti già da un sacco di tempo: alle prese con uno psicopatico omicida.

Psycho scrive:
Ciao bocconcino
Doretta scrive:
Ciaociaociao!
Psycho scrive:
Da cosa vuoi cominciare?
Doretta scrive:
Quasi quasi mangio un po’ di cioccolato, SLURP. Ti piace il cioccolato?
Psycho scrive:
Mi piace se tu mangi il cioccolato prima. Così il sapore è molto migliore
Doretta scrive:
Quando ero piccola mangiavo solo gli ovetti di cioccolata e le meringhe. Ora mangio anche il pane con la nutella
Psycho scrive:
Credi che a pezzi entreresti tutta nel mio freezer
Doretta scrive:
Io vado molto d'accordo con quelli del cancro come me e della bilancia
Psycho scrive:
Detesto il cancro. Si crede più fico solo perchè ne uccide più di me
Doretta scrive:
Chissà la mia gattina che segno è! Non so quando è nata, l'ho trovata un giorno sotto casa
Psycho scrive:
Non mi piacciono i gatti. Mi rimangono i peli fra i denti
Doretta scrive:
Una gattina meticcia bianca che ogni tanto mi viene a trovare, e le ho messo un campanellino così la sento e le do da mangiare
Psycho scrive:
Interessante. Credo metterò un campanellino anche al tuo di collo. E una catena pesante alla caviglia. Almeno fino a quando non sarai bella frollata
Doretta scrive:
Vediamo... come sono fatta... mi imbarazza parlare troppo di me... però posso dirti che ho dei bei piedini
Psycho scrive:
Buoni...comincerò da quelli
Doretta scrive:
I miei dicono sempre che dovrei mettere la testa a posto, ma io non so nemmeno dove ho la testa!
Psycho scrive:
Un posto per la tua testa io ce l'avrei... Lo scaffale alto della ghiacciaia. Sembra fatto apposta
Doretta scrive:
Mi piace muovermi in treno perché durante il viaggio posso chiacchierare con le persone. Però di solito mi addormento subito
Psycho scrive:
Non puoi addormentarti, se no ti perdi tutto il divertimento. Devi urlare
Doretta scrive:
Io ho sempre la testa fra le nuvole, infatti i miei amici mi prendono in giro perché quando usciamo io inciampo sempre dappertutto! Ma forse è anche colpa dei miei tacchi
Psycho scrive:
Tienili. Così, quando ti correrò dietro brandendo una mannaia, sarà tutto molto più divertente
Doretta scrive:
Faccio ogni mattina gli addominali in casa con la mia gattina
Psycho scrive:
Bene. Allora quelli li terrò per il pranzo della domenica
Doretta scrive:
Mi sta venendo una fameee!
Psycho scrive:
E lo dici a me?
Doretta scrive:
Sei simpa :-)
Psycho scrive:
Non hai ancora visto il meglio. Ma sta tranquilla, sto venendo a prenderti
Doretta scrive:
Sarà l’emozione di chattare con te?
Psycho scrive:
O la paura di morire?
Doretta scrive:
Dorina quando ha paura rizza il pelo, io i capelli
Psycho scrive:
Meraviglioso. Così è più facile togliere lo scalpo
Doretta scrive:
È un link con tutte le interviste ai personaggi del momento. Il bello è che noi possiamo fare le domande ai VIP!!!
Psycho scrive:
Ne faccio io una a te: quando vuoi morire?
Doretta scrive:
Presto
Psycho scrive:
Aspettami. Sto arrivando

martedì 8 maggio 2007

35

Prima 300, poi 23 ed ora 35. A giudicare dai titoli dei miei post parrebbe che io stia dando i numeri. Verissimo.
Ma a parte questa lapalissiana considerazione, c'è una storia che voglio raccontare. E' la storia di 35 legionari prodi e coraggiosi, che ogni due domeniche, partendo dal loro piccolo "castra" fortificato nella valle del Reno, muovono guerra su un campo di battaglia sempre diverso ad un'armata di migliaia e migliaia di temibili samurai, ottimamente addestrati e ancor meglio equipaggiati, e fino a ieri considerati invincibili. E li battono. E' accaduto già tre volte. La prima, channo conquistato la terra della Regina di Saba. La seconda, hanno bloccato il passo alle nipponiche armate sullo stretto dei Dardanelli. La terza, li hanno costretti a chinare il capo alle porte della loro stessa terra, laggiù nel lontano Catai.
Questo racconto vi pare forse follia? No, questa non è follia.
QUESTO E' BORGO PANIGALE!
QUESTO E' IL TEAM DELLA ROSSA SU DUE RUOTE!
Forza Ducati!!!
Alè Casey "Caesar" Stoner!!!
Dai Loris "Q.F.M. Cunctator" Capirossi!!!

Quando Louis fa scuola

http://www.giovannivagnone.it/html/modules.php?op=modload&name=News&sid=310&file=article&pageid=2

domenica 6 maggio 2007

La biova nel paneto

di Gabriele Pan Nunzio


Cuoci. Su le soglie
del forno non vedo
i grissini che dici,
nè pane; ma odoro
aromi più nuovi
che parlano di lievito e sfoglie
lontane.
Ascolta. Biove
dalle rosette sparse.
Biove su le ciabatte
salmastre ed arse,
biove su i pugliesi
scagliosi ed irti,
biove su i maggiolini
divini,
su le baguettes fulgenti,
di farina accolti,
su i toscani folti
di sale mancanti,
biove su i nostri grembiuli
imbiancati,
biove su le nostre mani
infarinate,
su i nostri vestimenti
igienici,
su i freschi bomboloni
che l'anima schiude
novella,
su la brioche bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Altamura.
Odori? La biova cade
su la solitaria
stadera
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fette
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle schiacciate
che il pianto integrale
non impaura,
nè il ciel librettino.
E il cumino
ha un suono, e il sale
altro suono, e l'olio
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nel laboratorio
panificatore,
di bianca arte viventi;
e il tuo volto candido
è molle di impasto
come una sfoglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare spighe,
o creatura terrestre
che hai nome
Altamura.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree molliche
a poco a poco
più sordo si fa sotto l'impasto
che cresce;
ma un lievito vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida madia remota.
Più sordo il fuoco
s'allenta, si spegne.
Sola una fiamma
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del sale.
Or s'ode su tutta la madia
crosciare
l'argentea biova
che monda,
il croscio che varia
secondo la crosta
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia del filone
è muta; ma la figlia
del rustico lontana,
la focaccia,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E biove su le tue ciglia,
Altamura.
Biove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la pita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come fetta
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come bocconcini alle erbe,
i pani negli scaffali
son come mandorle acerbe.
E andiam di pasta in pasta,
or congiunte or disciolte
(e il bianco vigor rude
ci allaccia i ripiani
c'intrica i mattarelli)
chi sa dove, chi sa dove!
E biove su i nostri grembiuli
imbiancati,
biove su le nostre mani
infarinate,
su i nostri vestimenti
igienici,
su i freschi bomboloni
che l'anima schiude
novella,
su la brioche bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Altamura.